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Entro gennaio 2014 il reato di omicidio stradale: pene più severe e risarcimenti più veloci.

Il ministro Cancellieri è fermamente intenzionato a proporre entro gennaio 2014 al Consiglio dei Ministri l'introduzione del reato di omicidio stradale: «Entro gennaio porterò in Consiglio dei Ministri un pacchetto di norme sulla giustizia che conterrà anche l’introduzione del reato di omicidio stradale». annuncia il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri con l’obiettivo di colpire «gli autori di questi reati, che sono gravi, per fare in modo che le vittime abbiano la giustizia che meritano. Spesso infatti le famiglie delle vittime si sentono offese nel loro dolore perché non hanno i riscontri che meriterebbero».

Dell'introduzione di questo nuovo reato si parla da anni, di recente, il ministro dell’Interno Alfano aveva reso noto che proprio sul reato di omicidio stradale era stato attivato con il ministero dei Trasporti un gruppo di lavoro per verificarne praticabilità ed efficacia.

Anche il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo De Angelis aveva ribadito che si stava lavorando in tal senso e che il nuovo Codice della strada, il cui iter di riforma è in corso in Parlamento, avrebbe previsto maggiore tutela degli utenti vulnerabili come pedoni e ciclisti e sanzioni molto più dure, con l’introduzione dell’omicidio stradale.

Il nuovo reato di omicidio stradale dovrebbe garantire un processo rapido, in modo che le vittime ottengano giustizia e soprattutto siano risarcite nel più breve tempo possibile e la punizione con condanne e sanzioni accessorie più rigorose per chi provoca incidenti mortali.

Il provvedimento istitutivo del reato di omicidio stradale dovrebbe essere inserito in un 'pacchetto' più ampio di nuove norme sulla giustizia con l'obiettivo principale della tutela di coloro che attualmente spesso deve attendere anni prima di arrivare alla fine dell’iter processuale.

L'omicidio stradale è un problema socialmente inaccettabile e come tale va affrontato, introducendo strumenti dissuasivi per chi ritiene di potersi mettere alla guida pur non essendo completamente padrone di se stesso e dunque in disprezzo della vita altrui.

Nodo centrale del provvedimento è lo snellimento dello svolgimento del processo.

Il decreto allo studio prevede il rito di giudizio direttissimo quando la dinamica dei fatti sia stata accertata con ragionevole precisione saltando dunque quei passaggi che allungano i tempi di durata del dibattimento.

In questo modo si accelererebbero i tempi del risarcimento economico magari con l'introduzione dell’obbligo della provvisionale.

Oltre all'investitore, rischierà una pena alta anche chi non si ferma per prestare soccorso o comunque cerca di sottrarsi alle proprie responsabilità dopo aver investito un’altra autovettura oppure persone che vanno in motorino o a piedi.

 

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