Nel corso del Terzo Salone della Giustizia si è svolto a Roma il convegno “Reato di omicidio stradale: consapevolezza sociale, gravità e pene” organizzato dalla fondazione ANIA, onlus delle compagnie di assicurazione.
"L'Italia è l'unico Paese d'Europa con oltre 4.000 morti sulle strade: L’Italia è il fanalino di coda tra i 27 paesi dell’Unione europea per numero di morti causati da incidenti stradali. Nessun altro Paese ha registrato più di 4mila vittime sulle strade nel 2010. E’ necessario intervenire in maniera decisa con misure che contrastano efficacemente questa strage. Inoltre, nei casi in cui gli incidenti stradali sono causati da gravi violazioni delle regole della strada, si deve prevedere una fattispecie normativa che regoli il reato di omicidio stradale".
In Italia nel 2010 ci sono stati 4.090 morti a seguito di incidenti stradali, il 27% con un’età compresa tra i 18 e i 32 anni. Si tratta del numero più alto nei 27 paesi dell’Unione europea.
Come al solito la causa è la violazione delle regole della strada e tra le infrazioni più comuni tra i giovani c’è la guida in stato di ebrezza.
Ma cosa propone l'ANIA per bocca del presidente Guidoni?
"Anche in Italia dovremmo seguire l’esempio di altri Paesi a noi vicini, come il Regno Unito e la Francia, dove sono previste aggravanti con pene come la reclusione fino a 14 anni per chi uccide a seguito di condotte di guida pericolose, imprudenti e sconsiderate. Peraltro, nel nostro Paese, sempre più persone, soprattutto i giovani, sono favorevoli all’inasprimento delle pene legate all’omicidio stradale. Come risulta da una nostra recente indagine realizzata in collaborazione con Ispo, l’84% degli italiani si è dichiarato favorevole all’introduzione del reato stradale. Il legislatore dovrebbe tenere presente questa e altre indicazioni che arrivano dalla collettività e agire di conseguenza".
E' auspicabile che il legislatore segua questa strada.